Il tesoro d'Italia

Vittorio Sgarbi - Il tesoro d'Italia
Una giovane donna dal corpo ampio e accogliente, una grande madre. La scultura si presenta con una pienezza che esclude ogni impostata e statuaria solennità. Oggi posa su un capitello ionico che le sue forme materne contraddicono. Ha, apparentemente, la testa di una regina, con la corona e con una treccia che le ordina i capelli allo scopo di evidenziare il morbido volume del volto. Ma è quello che avviene sul suo corpo a rappresentare un’assoluta novità: non due putti composti e atteggiati, ma due infanti rapaci le si avvinghiano ai seni per prendere il latte attraverso le pieghe attente della veste. Si arrampicano su di lei e si abbandonano come mai si era visto prima, e le forme del corpo si sentono sotto i panni per la necessità di dare appiglio ai due bambini voraci.


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I cantieri dell’Antelami a Parma e a Fidenza si prolungano con altri maestri anche a Ferrara e in Romagna, a Forlì. Anonimo ma sicuramente allievo di Antelami e attivo nelle generazioni dopo di lui, verso il 1230, è il ferrarese Maestro dei Mesi. Nel portale principale sul fianco della cattedrale di Ferrara, sormontato nei secoli successivi per lasciare spazio alle logge dei merciai, questo straordinario artista riprende nel Ciclo dei mesi (oggi conservato nel museo del duomo di Ferrara) la geometria delle forme dell’Antelami arricchendola di un gusto per i dettagli di meticoloso realismo. In un mese come quello di settembre, oltre alla plastica evidenza dei grappoli d ‘uva e ai tralci quasi disegnati sul fondo della formella, motivi, come la cuffia del giovane contadino che lascia vedere in trasparenza la forma dell’ orecchio o il cesto di vimini, sono di così straordinaria evidenza ed eleganza da destare meraviglia per una raffinatezza persino eccessiva e distraente.


Valutazione ⭐⭐⭐⭐⭐