La Resistenza taciuta

La resistenza taciuta di Anna Maria Bruzzone e Rachele Farina
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L’uomo invece avrebbe dovuto capire l’importanza del voto alle donne. La donna che andava per la prima volta a votare, che politicamente non era matura, che era stata tenuta per tanti anni in soggezione, non era abituata a discutere di politica, tradizionalmente legala alla Chiesa e quindi soggetta a quello che il prete andava dicendo nella predica e nella confessione, la donna doveva essere maggiormente aiutata nella sua formazione, nei comizi. Il 18 aprile quei dodici milioni di voti alla DC erano voti di donne. C’erano dei preti che dicevano che, se il marito votava comunista, la moglie non doveva più andare a letto con lui. Il livello di propaganda del ’48 era questo. I compagni dirigenti non ci hanno dato l’ aiuto che avrebbero dovuto darci. 
Questo io l’ho sempre denunciato nelle discussioni ai congressi: “Voi non date importanza alle donne. Non è che pretendiamo di essere in prima pagina, ma voi dovete capire che le donne hanno bisogno di un maggior aiuto. Ed è quello che voi ci negate. Il voto è là e conta e pesa. 
Il lavoro per l’educazione politica delle donne è un lavoro di utilità sul piano politico generale. Le donne hanno bisogno di essere emancipate: portate al primo voto devono essere aiutate a capire, devono sapere. ” […] Non è vero che basta fare i compagni per fare le compagne. Non è mica vero: perché gli uomini, anche i compagni che sono emancipati, qualificati, che vanno in sezione che fanno vita politica, quando io dicevo: “Compagno, portami un po’ la tua donna le tue figlie qua in sezione”, loro rispondevano: ” Eh Vittoria, scherzi?” “No, non scherzo! Perché non me le porti qua? Hai paura che i calzini non siano rammendati, domani? Hai paura che la minestra non sia ben cotta, domani? Portami qua la tua donna, perché è lei che va a comperare nei negozi, è lei che va in fabbrica, in filatura, sta vicino alle sue compagne di lavoro.” E loro non parlavano neanche di politica in casa.” “Tanto non capisce! ” dicevano. “Non capisce niente, perché a te fa comodo che non capisca. Perché se capisce qualcosa, ti perde un po’ di tempo e non ti cura più come oggi “. 
NELLA BENISSONE COSTA (VITTORIA)


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